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sabato 4 maggio 2013

Dimenticatemi!

Un intervento di Felice Lecciso su il paese nuovo di domenica 5 maggio 2013

A chi intitolare l'Università del Salento: un infinito dibattito sul nulla . Carmelo Bene non avrebbe mai accettato e mi permetto di dubitare anche sull’entusiasmo di Giulio Cesare Vanini...

Carmelo Bene


Vogliono fortissimamente intitolare l’ Università di Lecce a Giuseppe Codacci Pisanelli? Ebbene lo facciano!  Una pura e perfetta scelta glocal  in un mondo pseudo global.
Una scelta legittima e non ne parliamo più. Superato questo scoglio merita tuttavia puntualizzare alcune cose.
La mia frequentazione decennale con Maria Luisa Bene, come avvocato e come amico, mi ha consentito di apprendere molto sul Maestro e tra le cose che ho appreso vi è che Egli rifiutò la cittadinanza onoraria di Otranto solo poiché propostagli non all’unanimità.
Figuriamoci se oggi il Maestro accetterebbe una intitolazione frutto di un eventuale “ripensamento”.
Ve lo immaginate? “Scusi tanto ci eravamo dimenticati di Lei…”
Carmelo Bene è un genio riconosciuto dalla Russia all’Australia, ha una dimensione ed una fama internazionale del tutto ignota ai suoi conterranei, non merita quindi di essere “ridotto” a “concorrere”, tra polemiche a tratti triviali, per una targa .
Su quella targa, su quella carta intestata, tanto nome non ci sta, è troppo grande.
E si badi bene, io non recrimino anzi lo comprendo: Carmelo Bene non si attaglia alle esigenze locali.
Carmelo Bene, rispetto alla nostra realtà (invero miserella sul piano culturale) è un elemento “osceno” nel senso letterale del termine greco antico, che come Egli stesso amava spiegare, significa “fuori dalla scena” (intesa come scena teatrale).
Non è popolare perché non è volgare e non è volgare perché non è popolare.
Insomma non passa in TV e richiede l’uso del cervello.
Intitolare l’Università del Salento a Carmelo Bene non si può dovendo prevalere quelle rispettabilissime motivazioni che con il suo consueto affilatissimo rasoio verbale il mio stimatissimo amico Prof. Francesco Paolo Raimondi definisce “assai più riduttive e di carattere localistico e provincialistico”.
Del resto, Caro Raimondi, se il “suo” Vanini è certamente mortificato dalla indegna dedica di una via secondaria in Lecce, si immagini il “mio” Carmelo Bene se vedesse che hanno ben pensato di intitolare a suo nome l’ ex “foro boario” , vulgo campo vaccino, ovvero l’ex mercato delle vacche ed odierno parcheggio delle corriere.
Non possono intitolare a Carmelo Bene l’Università, non dopo che un luogo dell’anima e della cultura, un pezzo di carne viva del Maestro, la Casa di Santa Cesarea Terme, è stata svenduta all’asta dal Tribunale, nel silenzio e nell’ignavia di chi poteva e doveva intervenire, per diventare un anonimo luogo di anonime vacanze al mare.
Non dopo che con il triplo dei soldi occorrenti per salvare quella casa, nel decennale della morte, sono stati organizzati e finanziati ludi verbali e forse cartacei, sotto forma di evanescenti fiere della vanità, che hanno lasciato un segno indelebile quanto il rilascio di un gabbiano contro le onde del mare.
Ce ne siamo fatti una ragione. Questa Università intitolatela a chi volete: Codacci Pisanelli? Va benissimo!
Però una preghiera a mani giunte: astenetevi dal prendere ulteriori iniziative sul Maestro.
Sento parlare di intitolare a Carmelo Bene qualche vecchio cinema dismesso. Che orrore!
Di questo passo non mi stupirei di venire a sapere di imminenti inaugurazioni in pompa magna di statue equestri del Maestro nel parcheggio di qualche centro commerciale tra palloncini ed offerte promozionali.
Lasciate stare! Dimenticatelo! (absit iniuria verbis credo Vi riesca senza sforzo).
Felice Lecciso

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